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Crimea e secessioni: i problemi del calcio ucraino

Articolo di Damiano Benzoni (http://dinamobabel.wordpress.com/)

Il 15 marzo, dopo la pausa invernale e con un ritardo di due settimane dovuto agli eventi politici che stavano scuotendo il paese, è ripreso il campionato ucraino. Il giorno dopo, la Crimea votava in un referendum per affrancarsi dall’Ucraina e unirsi come nuovo soggetto federale alla Russia, una decisione poi ratificata dalla Duma russa e sfociata in un’annessione de facto: le forze armate ucraine hanno perso il controllo della regione, che ora è nelle mani dell’esercito russo. Un aspetto sottovalutato della crisi crimeana è il destino dei club della repubblica impegnati nel campionato ucraino.

Nelle divisioni professionistiche del campionato ucraino giocano tre squadre provenienti dalla Crimea: il Sebastopoli e il Tavrija Simferopoli, in massima divisione, e il Tytan Armjans’k, impegnato nel secondo livello. Se la storia del Tytan è irrilevante e il Sebastopoli è una squadra di recente formazione (2002), la storia del Tavrija Simferopoli vanta, oltre al titolo sovietico di seconda divisione del 1980, la vittoria del primo campionato ucraino disputato dopo il crollo dell’Unione Sovietica, nel 1992: si tratta ancora oggi dell’unico campionato ucraino vinto da una squadra al di fuori di Dinamo Kiev e Šachtar Donec’k. Un titolo, tra l’altro, che creò un primo precedente di incidente diplomatico calcistico tra Russia e Ucraina: pur avendo diritto a partecipare al Campionato CSI, una sorta di Coppa dei Campioni dell’area post-sovietica, il Tavrija non poté partecipare su imposizione delle autorità ucraine, che si erano rifiutate di ratificare il trattato di associazione al CSI.

Ora il destino delle tre squadre è in bilico tra Russia, Ucraina e l’improbabile prospettiva di una lega crimeana indipendente. Le partite casalinghe di Tavrija e Sebastopoli hanno subito cambiamenti di programma: nel caso di Tavrija – Dinamo Kiev è stata decisa un’inversione di campo, mentre la partita tra Sebastopoli e Metalist Charkiv è stata rinviata. Ci si aspettava che la UEFA si pronunciasse a riguardo durante il meeting di Astana del 27 marzo e il ministro dello Sport russo Vitalij Mutko aveva dichiarato l’intenzione di discutere l’eventuale trasferimento dei due club nella piramide di lega russa al termine della stagione attuale a maggio (“Siamo interessati a mantenere relazioni amichevoli con l’Ucraina e non distruggeremo l’integrità del suo campionato”), secondo quanto riportato da Andrew Warshaw su Inside World Football. Al momento, però, la UEFA non ha ancora mosso le proprie pedine, lasciando tutto a una dichiarazione del segretario generale Gianni Infantino: “La situazione è nota a tutti, ma al momento non abbiamo ancora ricevuto richieste ufficiali da nessuno riguardo a questo argomento. La situazione evolve di giorno in giorno e per il momento non stiamo prendendo posizione. Si tratta di un argomento delicato e qualsiasi cosa venga detta ora potrebbe essere interpretata male”.

Secondo quanto riporta Manuel Veth su Futbolgrad, però, la UEFA potrebbe avere interessi politici e finanziari nel permettere l’”annessione calcistica” dei due club: teoricamente per lo spostamento sarebbe necessaria un’approvazione da parte della federcalcio ucraina, ma UEFA e FIFA potrebbero ribaltare qualsiasi verdetto. In questo momento la Russia ha istituito, attraverso il grimaldello di Gazprom – che recentemente ha firmato un accordo di sponsorizzazione valutato attorno ai 43 milioni di sterline l’anno con la confederazione calcistica europea – una potente lobby all’interno della UEFA. Sembra così difficile che verranno decise delle sanzioni come quelle comminate alla Jugoslavia nel 1992 e nel 1994, e tantomeno che possa venire sospesa l’assegnazione della Coppa del Mondo 2018 alla Russia. Non sembrano favorevoli al trasferimento gli ultrà del Sektor 5 e del Sektor 9 del Tavrija Simferopoli, coinvolti nelle proteste di piazza Maidan e contrari all’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, mentre il presidente del Sebastopoli Aleksandr Krasil’nikov e il presidente della federcalcio crimeana Nikolaj Gostev hanno espresso interesse riguardo alla possibile annessione calcistica.

Se una tale mossa dovesse concretizzarsi, si creerebbe comunque un precedente legale difficile da gestire: i club delle regioni georgiane secessioniste di Abcasia e Ossezia del Sud potrebbero richiedere il diritto di giocare nella struttura di lega russa e si creerebbe un riconoscimento all’interno di un’organizzazione internazionale di un’annessione che – secondo lo statuto delle Nazioni Unite – non è possibile riconoscere. Le confederazioni internazionali si troverebbero così chiuse a metà tra la necessità di mantenere buoni rapporti con un alleato politico ed economico importante e i difficili equilibri politici che dettano il riconoscimento o meno di alcune federazioni nella FIFA.

Oltre a rappresentare un precedente scomodo per FIFA e UEFA, l’eventuale decisione di aprire i cancelli del campionato russo a Tavrija Simferopoli e Sebastopoli potrebbe diventare particolarmente problematica per il campionato ucraino: secondo Futbolgrad, quattordici delle trentadue squadre impegnate nei due campionati professionistici ucraini vengono dalle aree russofone a est del Dnipro e in Crimea, aree considerate a rischio di potenziali nuove spinte secessioniste. Altre due squadre, tra cui il Čornomorec’ Odessa quinto in classifica, vengono dalle città russofone di Odessa e Mykolaïv. Tolte queste squadre, alla Premier Liga rimarrebbero solo la Dinamo Kiev e altre cinque squadre, incluso l’Arsenal Kiev, fallito nel corso della stagione corrente.

Tra le vittime della crisi ucraina c’è anche il Metalist Charkiv, quarto in classifica: il ventottenne proprietario della società, Serhij Kurčenko, è incluso nella lista di venti ucraini vicini al regime di Janukovyč i cui conti in banca sono stati congelati. In fuga dalle autorità ucraine come il destituito presidente, Kurčenko avrebbe trovato rifugio in Bielorussia, lasciando il Metalist indebitato, privo di fondi per pagare gli stipendi di giocatori e staff tecnico e a rischio bancarotta. Un possibile salvataggio potrebbe venire da Oleksandr Jaroslavs’kyj, l’ex proprietario del Metalist che era stato scalzato proprio da Kurčenko attraverso un’offerta di acquisto ostile. A Jaroslavs’kyj il governo provvisorio di Kiev avrebbe offerto il governatorato dell’oblast’ di Charkiv, una delle regioni considerate maggiormente volatili. Non si tratta dell’unico magnate calcistico chiamato dal governo provvisorio a prendere in mano regioni delicate: al proprietario dello Šachtar Donec’k Rinat Achmetov era stato offerto il governatorato della regione del Donbas, mentre il patron del Dnipro Ihor Kolomojs’kyj ha accettato quello dell’oblast’ di Dnipropetrovs’k.

Romania: Speciale sui singoli della Liga I con Omar Omarescu [2° Parte]

Continua il nostro speciale sulla prima divisione romena, con il nostro esperto Omar Omarescu. Nella prima parte abbiamo trattato la prima parte della stagione – qui trovate l’articolo – in questa seconda parte ci siamo concentrati sui singoli calciatori del campionato trattando diversi calciatori interessanti per il futuro e per il presento. 

Eric del Pandurri attuale capocannoniere della Liga 1 si è trasferito in un campionato che ha poco da dire apparte il denaro, pensi che in Europa avrebbe potuto far comodo a qualche squadra dei campionati più importanti ? E chi pensi possa essere il capocannoniere del campionato ?

 Eric è volato in Arabia in un campionato tecnicamente non eccelso (ma vista l’identica scelta di tanti suoi colleghi di buon valore la qualità dei tornei di quelle zone aumenta anno dopo anno… ) e la prima divisione di Romania perde uno dei giocatori più forti. Alle doti tecniche il Brasiliano abbinava anche una certa sensibilità cardiaca testimoniata, pure, con la t-shirt augurale per un repentino ritorno in campo del suo ex compagno, Roman, vittima di un terribile infortunio. Capitolo cannonieri: Partissimo tutti da zero Mutu sarebbe stato il principale candidato. Budescu altri acuti li firmerà sicuramente. Probabile non quanti nella prima metà. Lemnaru, usato sicuro, e Bus, il nuovo che avanza, pagano il pegno di militare in formazioni di bassa quota. Szekely (quello del Timisoara) non potrà più contare sul fattore sorpresa. Bene stanno facendo il colosso lituano Matulevicious e il nostro Piovaccari che scalzato il diretto concorrente Kapetanos deve più temere la nuova stravaganza del suo mister: Chipciu centravanti. Uno dei candidati più credibili sembrerebbe Golubovic, regolarissimo “9” del Ceahlaul. Ma anche in virtù del vantaggio accumulato il principale candidato sembrerebbe il goleador (inedito…) del Vaslui, ovvero Antal.

Altri due calciatori che stanno facendo bene sono Constantin Budescu e Liviu Antal, per entrambi tanti goal e la stessa età (classe 1989): li descrivi brevemente ? 

 Oltre il metro e ottanta per poco meno di ottanta kili di peso, Budescu, è un trequartista esploso dopo un po’ di stagioni in cui ha probabilmente pagato il salto dalla cadetteria dove era era una delle vedettes assolute. Ha come limite l’irregolarità di rendimento ma quando è in giornata è un giocatore di livello europeo. Calcia con il destro. Antal è stato probabilmente il principale artefice del titolo dell’Otelul di tre stagioni orsono. Normolineo, apparentemente gracile (1,77 x 65) sgroppa sulla fascia destra in maniera inelegante, quasi sgraziata ma terribilmente efficace. Una manciata di goal l’aveva sempre segnata ma niente faceva prevedere un’esplosione di simili proporzioni per quanto riguarda le timbrature personali. E’ uno dei nomi su cui ripartire per la missione Francia-2016 della Nazionale. Pure lui calcia con il destro.

Nella nostra top 11 abbiamo inserito come centrali di difesa, Szukala e Grigore , concordi con la nostra scelta, o reputi che qualcuno meriti più di questi due ? 

Concordo. Come potenzialità, in prospettiva, la coppia Leca-Marc fa alquanto ben sperare ma attualmente la coppia da voi segnalata è attualmente quella più affidabile. Di valore analogo sono pure Geraldo, Gaman, nonchè il suo frequente compagno di reparto Muresan, ex-mediano reinventatosi centrale. A questo punto della sua carriera Grigore meriterebbe una chanche fuori dalla Romania. Se controlla i nervi e non si mette a prendere a calci i suoi neocompagni di squadra come fece con il “Bulgaro”-Brasiliano Platini, in un’amichevole organizzata per dare a questi il benvenuto, è un ottimo difensore centrale.

Fra i giovani più interessanti ci sono Dorin Rotariu ( nel mirino del Manchester United) classe 1995 della D. Bucarest e Cristian Barbut altro 1995 cosa ne pensi di loro possono partire già al termine della stagione ?
Barbut aveva entusiasmato nelle sue sporadiche apparizioni in prima squadra nelle ultime giornate della stagione scorsa, quando il Timisoara era in Liga II. Per “stazza” e tipologia di gioco viene spontaneo accostarlo all’ex aletta della Dinamo Florentin Petre. Ha il dono di possedere entrambi i piedi infatti, nell’Under 19 di cui è la stellina, il Mister Stefan Iovan lo schiera talvolta anche a sinistra. La deflagrazione di Rotariu che gli è valsa l’interessamento dei Red Devils e altri è giunta un po’ inaspettata. Certo che la qualità dei goal (e degli assist… ) fanno sognare i tifosi della Dinamo. Sarebbe saggio lasciarli ancora una-due stagioni nel torneo locale onde evitare come il passato insegna (Denis Serban, Catalin Munteanu, Mitea, Sanmartean, etc.)premature carbonizzazioni. Entrambi saranno protagonisti della Fase Elite degli Europei Under 19 su cui si nutrono giustificate speranze.

Altro giovane interessante è Iancu, ma al ragazzo ex Vitorul non ha giovato il trasferimento allo Steaua lo scorso anno a Gennaio – correggimi se sbaglio – si è ridemsionata un pò la sua prospettiva di diventare il nuovo Hagi o è stato proprio questo paragone a bloccarlo ?

  Al tempo del suo passaggio alla Steaua avevo espresso le mie perplessità su tale operazione. Un giocatore così giovane deve poter giocare con continuità quindi meglio se in provincia o in una squadra che gli garantisca un posto da titolare. Ultimamente sembra indietreggiato nell’empatia con Reghecampf che lo utilizza con estrema parsimonia. Il ragazzo ha anche un carattere… diciamo temperamentale, visto che nel frattempo ha litigato pure con Bogdan Stelea, suo c.t. nell’Under 21. Ecco se vogliamo proprio trovare un difetto nell’abiltà di Reghecampf questo potrebbe essere l’abilità nel gestire i giocatori in difficoltà. Il pur valido Mihai Costea, finito in naftalina, ha ingannato il tempo rompendo una gamba in allenamento al suo compagno di squadra Filip. Di par suo Nikolic, afflitto per la poca considerazione, ha voluto trasferirsi in Corea, chiudendo la sua avventura nella Steaua con una furibonda lite contro i suoi (ex)tifosi su Facebook. O tempora, o mores.

Ti facessero scegliere un calciatore del campionato romeno(anche di prospettiva) per una squadra che lotta per la salvezza in Serie A su chi punteresti ? Mentre se dovessi scegliere un calciatore per un club con grandi aspettative(visto che di top club ne sono rimasti pochi anche qui) ? 

Vista la povertà genetica di esterni in grado di saltare l’uomo che, negli ultimi tempi, sembrerebbe coinvolgere il calcio italiano consiglierei singoli con tali caratteristiche. A tal proposito la Steaua ha in dotazione Chipciu e Adrian Popa. In Italia entrambi potrebbero giocare titolari in una piccola. E, sempre entrambi, potrebbero tranquillamente giocarsi il posto con chiunque pure in una big.

In ottica Fiorentina si parla del centrale difensivo dello Steaua, Gardos classe 1988, cosa ne pensi adatto alla Serie A ? 

Tutte le nazionali romene del passato, più o meno, recente schieravano centrali molto alti, fortissimi nel gioco aereo. Pensiamo a Iorgulescu, Andone, Prodan, Gica Popescu, Filipescu, Ciobotariu o Goian. Così è Gardos che con Szukala, suo collega alla Steaua, compone una contraerea assai affidabile nelle palle alte. Ha piedi migliori di quelli che aveva Ciobotariu, peggiori degli altri che infatti erano in origine centrocampisti.(Prodan addirittura attaccante). Vista l’intesa con l’ex compagno Chiriches è uno dei principali candidati per uno dei due posti al centro della difesa della Romania.

Ci indichi un calciatore per squadra della Liga 1, che toglieresti alla squadra nel caso dovresti affrontarla come allenatore avversario . 

Anche qui vorrei indicare un Romeno quando la prima scelta è uno straniero. 
Steaua: Chipciu. 
Astra: Budescu. 
Petrolul: Mutu (of corse). 
Pandurii: Anton. 
Vaslui:Antal. 
Dinamo: Matei ma ho visto Rus giocare, tranne portiere e prima punta, in tutti gli altri ruoli. Ogni allenatore pagherebbe per avere un elemento di simile eclettismo. 
CFR: Deac, qualità e quantità. 
Medias:Bawab con Ciprian Petre come indigeno. 
Ceahlaul: per una questione meramente anagrafica faccio prevalere il regista basso Achim al “vecchio” Constantinescu, uno dei re degli assist del torneo. 
Concordia: Purece. 
Timisoara: Trandu. 
Botosani: Vasvari ma credo che se verrà impiegato da titolare Carjan segnerà più che all’andata.
Otelul: Marquinos e Giurgiu. 
Vitorul: ora Benzar, faro dell’ Under 21, domani Mitrita sperando non diventi una sorta di Jay-Jay Okocha.
Brasov: Mateiu (ah,se Cristea ritornasse quello di due anni fa!) 
UCN: Lemnaru. 
Sageata: Viorel Dinu. 
Corona: Bus, punta dell’Under 21.

Prima ufficiale per la "Nazionale" del Kosovo

Articolo di Damiano Benzoni (http://dinamobabel.wordpress.com/)

Sarà la prima partita del Kosovo dopo la decisione FIFA di permettere alla rappresentativa della repubblica di giocare amichevoli internazionali. Il 5 marzo il Kosovo affronterà allo stadio Adem Jashari di Mitrovicë (Kosovska Mitrovica in serbo) la nazionale di Haiti. La rappresentativa del Kosovo ha avuto a gennaio il via libera per disputare incontri amichevoli con squadre internazionali affiliate alla FIFA, ma dovrà sottostare ad alcune condizioni: non potrà esibire stemmi nazionali o bandiere, né suonare l’inno nazionale, e non potrà incontrare nessuna delle nazionali dell’ex Jugoslavia. La partita si giocherà alle 15:00 ora locale e si potrà seguire in streaming a questo link.

Contro Haiti saranno assenti alcuni dei grandi nomi associati recentemente con il Kosovo, come il giovane talento del Manchester United Adnan Januzaj (che ha declinato l’invito del CT Albert Bunjaki) e il giocatore del Bayern Monaco Xherdan Shaqiri, ma non mancheranno alcuni giocatori di caratura internazionale: tra tutti Samir Ujkani, portiere del Palermo e della nazionale albanese. Ujkani, in possesso del passaporto belga, è nato in Kosovo e si è trasferito a sei anni in Belgio. Molti dei giocatori hanno storie simili, e diversi di loro sono nati al di fuori dei confini kosovari. Uno solo attualmente rappresenta una squadra kosovara: si tratta del portiere Kushtrim Mushica del FC Prishtina, squadra della capitale.

Sette dei convocati da Bunjaki giocano nel campionato tedesco, tre nel campionato svedese e altrettanti in quello norvegese. Il resto si divide tra Finlandia, Inghilterra (il diciassettenne Bersant Celina delle giovanili del Manchester City, nazionale norvegese under-17), Repubblica Ceca (Alban Bunjaku, nato a Romford in Inghilterra e passato dalle giovanili di Arsenal e Siviglia), Svizzera, Turchia e Olanda. Diversi di loro hanno rappresentato altre nazionali a livello giovanile: Prededaj, Alushi e Toski hanno giocato per le giovanili tedesche, sebbene gli ultimi due si siano detti interessati a rappresentare l’Albania.

Ilir Azemi, nato a Prishtina ma trasferitosi in Germania a soli tre mesi, ha giocato per l’Albania under 21, ma ha successivamente rifiutato la chiamata di Gianni De Biasi per la nazionale maggiore. Albert Bunjaku, compagno di Alushi al Kaiserslautern, è invece nazionale della Svizzera – dove si è trasferito con la famiglia all’età di otto anni, e ha rappresentato la confederazione già sei volte a livello seniores. Il trentunenne Kristian Nushi gioca invece con il San Gallo nella lega svizzera: ha giocato fino al 1999 con il Prishtina in Kosovo prima di trasferirsi nella confederazione e ha già rappresentato la nazionale kosovara, mettendo a segno un gol in una vittoria 1-0 contro l’Arabia Saudita nel 2007 ad Ankara, in Turchia. Lorent Sadiku, dell’Helsingborg, ha acquisito la cittadinanza albanese e attende l’OK della FIFA per poter rappresentare l’Albania, mentre il suo compagno di squadra Ardian Gashi, che ha lasciato il Kosovo a otto anni, è cittadino della Norvegia – che rappresenta anche a livello internazionale. L’attaccante Flamur Kastrati dello Strømsgodset ha rappresentato la Norvegia a livello giovanile, ma ha dichiarato che accetterebbe una chiamata dall’Albania o dal Kosovo, mentre Anel Raskaj, nato a Prizren, ha lasciato il Kosovo a quattordici anni e ha dichiarato interesse nel rappresentare la Svezia, di cui però non ha ancora la cittadinanza. Nel frattempo è già apparso in campo con la maglia del Kosovo.

Non è chiaro quale sarà il futuro della squadra kosovara, con la federcalcio serba decisa a non accettarne il pieno riconoscimento calcistico fin quando il Kosovo non entrerà a far parte delle Nazioni Unite. Se tra i convocati di Bunjaki e tra gli altri potenziali talenti di una nazionale kosovara figurano tanti figli della diaspora che già hanno vestito la maglia di altre nazionali, la FIFA non sembra disposta a permetterne l’utilizzo da parte del Kosovo se la nazione dovesse un giorno ottenere lo status di membro: il regolamento prevede che questo sia possibile solo nel caso di giocatori che abbiano vestito la maglia della nazionale pre-esistente (in questo caso la Serbia) e non di altre nazioni. Nonostante la richiesta da parte della federcalcio kosovara di prevedere un’eccezione, Blatter avrebbe dichiarato che non vi sarà tale possibilità.

Questa la lista dei convocati:

PORTIERI: Samir Ujkani (Palermo – ITA), Kushtrim Mushica (FC Prishtina), Julian Bibelaj (Eintracht Francoforte II – GER)

DIFENSORI: Avni Pepa (Sandnes Ulf – NOR), Loret Sadiku (Helsingborg – SWE), Lum Rexhepi (Honka – FIN), Shkodran Metaj (Emmen – BEL), Shpëtim Hasani (Örebro – SWE)

CENTROCAMPISTI: Anel Raskaj (Sandes Ulf – NOR), Ardian Gashi (Helsingborg – SWE), Enis Alushi (Kaiserslautern – GER), Enis Bunjaku (Eintracht Francoforte II – GER), Fanol Prededaj (Energie Cottbus – GER), Faton Toski (FSV Francoforte – GER), Flamur Kastrati (Strømsgodset – NOR), Kristian Nushi (San Gallo – SUI), Liridon Krasniqi (Fethiyespor – TUR)

ATTACCANTI: Alban Bunjaku (Slavia Praga B – CZE), Albert Bunjaku (Kaiserslautern – GER), Bersant Celina (Manchester City academy – ENG), Ilir Azemi (Greuther Fürth – GER)

Il calcio può mettere il Kosovo sulla mappa?

Articolo di Damiano Benzoni (http://dinamobabel.wordpress.com/)

Nessuno è stato più ricercato, negli scorsi mesi, di Adnan Januzaj. La talentuosa ala diciannovenne del Manchester United, nata a Bruxelles da genitori kosovari, è stata messa nel mirino da diverse squadre nazionali. Il motivo è che Januzaj è eleggibile per giocare per la sua nazionale di cittadinanza, il Belgio, per la Serbia, l’Albania e la Turchia (dove sono nati i suoi nonni). Anche Croazia e Inghilterra lo hanno reclamato, i primi basandosi sul fatto che i suoi genitori sono nati in ex Jugoslavia, gli ultimi per motivi di residenza (anche se le particolari regole di eleggibilità delle Home Unions non permettono tale possibilità). Un’ultima rappresentativa che potrebbe potenzialmente schierare in campo il giovane del Man United è il Kosovo. Il presidente della Federata e Futbollit e Kosovës Fadil Vokrri ha dichiarato pubblicamente che la famiglia di Januzaj è stata contattata, ma la FFK ha anche sottolineato la volontà di non mettere pressione al giocatore.
Che aspetto avrebbe una nazionale kosovara? Non sarebbe affatto una brutta squadra, se tutti rispondessero alla convocazione: ipoteticamente, Adnan Januzaj giocherebbe di fianco al vincitore della Champions League Xherdan Shaqiri del Bayern Monaco e ad altri regolari della nazionale svizzera come Valon Behrami (Napoli), Albert Bunjaku (Kaiserslautern) e il campione del mondo under 17 Granit Xhaka (Borussia Mönchengladbach), oltre a nazionali albanesi come Lorik Cana ed Etrit Berisha (entrambi alla Lazio), Armend Dallku (Vorskla Poltava) e Samir Ujkani (Palermo). La squadra potrebbe anche includere il nazionale svedese Emir Bajrami del Panathinaikos e Shpëtim Hasani dell’Örebro.

Si tratta di una generazione di talenti che non ha avuto, finora, la possibilità di vestire la maglia del Kosovo; come il processo di riconoscimento internazionale della repubblica, anche il riconoscimento sul campo da calcio sta muovendosi lentamente. Nonostante una lega nazionale sponsorizzata da una branca del gigante bancario Raiffeisen, il calcio in Kosovo è vissuto finora in uno stato di isolamento quasi completo. La Serbia si è sempre rifiutata di permettere il riconoscimento del Kosovo, con il presidente della federcalcio serba Tomislav Karadžić categorico nel dichiarare che “fino a che le Nazioni Unite non riconosceranno il Kosovo, è chiaro che la loro squadra nazionale non potrà giocare partite ufficiali, né giocare tornei maggiori”.
Ultimamente, due situazioni simili sono finite sul tavolo di FIFA e UEFA. Gibilterra ha ottenuto la sua ammissione alla UEFA nel maggio 2013 e ha fatto il suo debutto ufficiale con un pareggio senza reti contro la Slovacchia, mentre le due federcalcio che governano il calcio a Cipro hanno firmato un’intesa comune per terminare lo stato di isolamento del calcio nella Repubblica Turca di Cipro Nord (un’altra repubblica autoproclamata non sanzionata dall’ONU, dall’UEFA, né dalla FIFA). Non è chiaro se l’accordo permetterà alla nazionale nord-cipriota di continuare la propria attività.
Il 13 gennaio un Comitato di Emergenza FIFA ha confermato che, dopo due anni di incontri tra le federcalcio di Serbia e Kosovo ai quartieri generali della FIFA, è stato trovato un accordo sui regolamenti per l’attività internazionale per i club e le rappresentative del Kosovo. Si tratta di una soluzione di compromesso: il Kosovo non potrà giocare contro nessuna delle nazionali dell’ex Jugoslavia e ogni partita disputata in Kosovo dovrà essere approvata in anticipo dalla FIFA e dalla federcalcio serba. Soprattutto, il Kosovo non potrà usare nessun simbolo nazionale – bandiere, emblemi – né suonare il proprio inno nazionale. La prima partita sotto queste disposizioni si giocherà il 5 marzo a Kosovska Mitrovica, contro la nazionale di Haiti.
In un video promozionale per la presentazione del nuovo stadio internazionale di Gibilterra, a Europa Point, il medico della nazionale Nathan Chichon ha detto: “Il calcio ha il potere di mettere i posti sulle mappe”, e un altro testimonial ha dichiarato che entrare nell’UEFA è stato un modo per i cittadini di Gibilterra di sentirsi orgogliosi del posto in cui vivono e di dire: “Guardate qui, mondo, noi siamo qui!”. Il promo sottolineava come l’inclusione nella UEFA fosse importante per i giovani calciatori di Gibilterra, permettendo loro di giocarsi le proprie possibilità nel calcio internazionale senza ritrovarsi le ali tarpate dal precedente stato di isolamento. Giocare una partita come una squadra nazionale è un modo di legittimarsi come stato indipendente e affermare la propria identità nazionale. Il percorso per il riconoscimento sembra essere ancora lungo per il Kosovo, ma un piccolo passo è stato fatto. Gli esiti sono ancora incerti e potremmo non vedere il Kosovo ammesso nella FIFA e nella UEFA nei prossimi anni, ma il prossimo Januzaj potrebbe essere, invece di un figlio della diaspora, un ragazzino cresciuto prendendo a calci una palla nelle strade di Prishtina.

Questo articolo è stato scritto in lingua inglese per il magazine kosovaro Kosovo 2.0 ed è stato tradotto in albanese.

Speciale Romania: Omar Omarescu commenta con noi la prima parte di stagione [Parte 1]

Il campionato in Romania sta per riprendere, aspettando le gare di domenica abbiamo fatto il punto con il nostro esperto di calcio romeno Omar Omarescu. Con lui abbiamo trattato tutti i temi riguardanti la prima parte di stagione, parlando del ritorno di Adrian Mutu in patria ma anche di tutti i movimenti di calciomercato invernale. Non trascurando nemmeno la lotta per il titolo che sembra veder coinvolte principalmente tre squadre: Astra, Steaua e Petrolul. Infine abbiamo chiesto al nostro opinionista la Top 11 della prima parte di stagione.

 

In testa troviamo l’Astra, ma la Steaua resta la favorita del campionato viste anche le due gare da recuperare. Pensi che la formazione al momento prima in classifica possa al termine della stagione confermarsi in testa al campionato ? Visto anche il buon mercato Alibec,Iorga,Popescu e Papp su tutti.

 Se esaminiamo gli undici-tipo non sembrerebbe intercorrere poi tantissima differenza tra Astra e Steaua. Se però a Budescu viene un raffreddore i bianco- blu di Giurgiu perdono il 30% del loro potenziale. Mentre non è esagerato sostenere che le seconde linee della Steaua arriverebbero a ridosso della zona-europa. L’incognita è la partenza di Bourceanu  (peraltro rivedibile il suo debutto in quel di Trebisonda) uomo cardine del gioco dei reghe-boys. Non che nel recupero con il Concordia la partenza dell’interno si sia notata: 4-0 con doppio Chipciu “falso nueve” e pratica”derby dei dintorni di Bucarest” archiviata. Facile che si assista ad un ritorno equilibrato con probabile finale al foto-finish. Appunto: la Steaua si è quasi sicuramente rinforzata al mercato invernale.  L’Astra, senza il “quasi”.


In seconda posizione troviamo il Petrolul, anche la squadra di Contra (lo scorso anno vittoriosa nella coppa nazionale) sta facendo molto bene. Il rinforzo di Mutu potrebbe essere decisivo per la vittoria finale che ne pensi ?

“Il Brillante” è tornato a casa! 10000 persone alla presentazione, un pizzico di, comprensibilissima, ruggine per i mesi d’inattività e la consapevolezza di aver quasi salvato da solo l’allegra banda Corsa dalla retrocessione (9 centri, molti decisivi, qualche assist, insomma Mutu Adrian classe ’79 in un campionato-top (o demì-top, se volete) dice ancora la sua). Morale: a Ploiesti i lupi giallo-blu sono allupatissimi e vorrebbero tanto replicare il tiro che pochi anni orsono l’ Urziceni giocò alle capoliste Dinamo e Timisoara: leggi retrovie per tutto il campionato e sorpasso finale vincente.  Appunto bis: se n’è andato lo stopper Benga co-protagonista della buona tenuta difensiva del reparto. E se ne è andato pure il beniamino bomber tunisino Hamza Younes che così non dovrà più temere ruvidezze da difensori avversari, in campo, e da addetti alla sicurezza, fuoricampo.

Altre squadre che meritano comunque di essere citate sono Pandurii e Steaua che in Europa hanno mostrato il loro massimo potenziale, ma nonostante l’impegno europeo stanno ben figurando in campionato. Per quanto riguarda la Steaua non credono ci fossero dubbi, ma sul Pandurii forse si. Che ci dici ?

Gli eroi di Braga, capitati in un girone onestamente tra i più ostici non hanno affatto demeritato. L’ossatura era solida, si sapeva. Eric ha fatto l’Eric, Momcilovic si è rivelato un ottimo “numero 3” e Alex è tornato quello di due anni fa nel Concordia e non, evidentemente, il gemello brocco che avevano, ehm, ammirato l’anno scorso a  Cluj-Napoca. Per quanto concerne il discorso allenatore della Nazionale, ebbene qualcuno aveva sussurrato il nome proprio di Pustai. L’ipotesi dell’ex-Ferguson di Medias è tutt’altro che strampalata.

La sorpresa della prima parte di stagione secondo te ? e invece la Delusione ?

Alzi la mano chi, in estate, avrebbe scommesso un Leu sull’attuale  posizione in classifica del Concordia. Invece, ripescata per le traversie del Rapid, la squadra di Ionut Chirila frettolosamente indicata come la vittima sacrificale del girone ha vestito più i panni di infida strega che quelli di Cenerentola. Molto bene è andata la difesa con un ottimo Leca (vabbeh, facciamo finta che questo pezzo sia stato scritto prima del recupero con la Steaua)  Purece che ricama e tampona e un Wellington che ogni tanto la mette pure dentro. Tuttosommato anche la Dinàmo è andata meglio delle previsioni balneari. Definita la peggior rosa bianco-rossa degli ultimi decenni gli ex-gloriosi “Cani” hanno benificiato del cambio al timone (esce Multescu/entra Stoican) e complice l’esplosione di Rotariu restano pur sempre in quota- europa. Piuttosto il CFR, squadra lusofona che disputa accidentalmente il campionato romeno, sta disputando un torneo abbastanza anonimo considerando il potenziale. Ma non escludiamo un ritorno.
Chi pensi sia la squadra che esprime il miglior calcio del campionato in base anche al prorpio potenziale tecnico, e di conseguenza anche il miglior allenatore del torneo.

A tratti piacevole la Dinamo del giovane Stoican con gli esterni Matei e Curtean (ora ceduto) e le fiammate di Rotariu. Buono il ritmo del Vaslui, di Ciobotariu e del califfo Antal, ripresosi dopo un settembre nero da quattro punti in sei partite. Non male il calcio del Petrolul che però ora dovrà giocoforza cambiare tipologia di gioco viste le differenti caratteristiche di Mutu rispetto a Younes.  Provincialmente coperto ma apprezzabile il 4-2-3-1 di Miriuta a Piatra-Neamt. Indissolubilmente legato all’estro di Budescu l’Astra di Isaila. Concludiamo dicendo che difficilmemte ci si annoia vedendo il Pandurii “grazie” anche alla sciagurata stagione dell’intero parco portieri (e ciò è curioso trattandosi di Lazar, Stanga ed il vecchio Mingote ovvero portieri di buona fama). Ma, si perdoni la scarsa fantasia, l’allenatore che fa giocare meglio la propria squadra è probabilmente il solito Reghecampf. Con Chipciu, Adrian Popa, Stanciu, Tanase, Iancu e ora Sanmartean sembra, esagerando “un po’ “,  il Brasile 1970 vista l’abbondanza di mezze punte. Basti il fatto che un giocatore come”Il Principe “Adrian Cristea difficilmente trova spazio. Lui che giocherebbe in qualsiasi altra squadra della terra dei vampiri.

Delle neopromosse che ne pensi tre stanno facendo molto bene, mentre il Corona Brasov è ultimo con soltanto 10 punti.

Per una neopromossa cosa oculata sarebbe mantenere l’11 base della promozione con 4-5 rinforzi adatti alla categoria superiore. Recentemente abbiamo assistito a sodalizi che hanno completamente ribaltato la squadra finendo come, si usa dire, con il buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Cambio di moda quest’anno con formazioni-tipo quasi interamente immutate. Scelta che non ha pagato in primis per il Corona che con un solo punto in trasferta (e 3 reti segnate) le speranze di mantenere la categoria sono piuttosto scarse. Movimentato ma interlecutorio il mercato in cui segnaliamo il “Moldavo” Mendizov, l’ex punta delle giovanili Dinamo, Balint, e l’attaccante di movimento Catalin Dedu, ex grande promessa. Situazioni  con molte analogie per Botosani e Timisora. A palla al centro per il fischio d’inizio dell’apertura di campionato pare di Indovinare i pensieri dei difensori centrali rivali: ragazzi, oggi più di tanto non dovremmo soffrire. Infatti: Szekely, che giocava due anni prima in terza serie, è balzato in testa alla classifica marcatori e c’è stato pure chi l’ha proposto per un posto da titolare in Nazionale. Hadnagy invece, rigenerato dal in Liga II,  ha segnato in metà stagione l’equivalente in reti dei suoi ultimi tre anni e ad un certo punto il Botosani si è trovato clamorosamente in vetta al torneo. Esaurito l’effetto sorpresa si è tornato nei ranghi e dopo i sogni di gloria conviene tener d’occhio la coda.  Movimentati i entrambi i loro mercati, con il Botosani che sfoltito (troppo?) l’organico privandosi di pezzi che forse potevano servire ancora alla causa. In entrata un po’ di shopping nelle repubbliche baltiche, l’ottimo portiere Lazar e la punta macedone  Stojkov ex primavera Inter. Il Timisoara ha, come sua tradizione, attinto dal mercato slavo mentre dalla  Resita, seconda divisione, è arrivato Staicu noto fromboliere principe della Liga III . Il Sageata, in ripresa negli ultimi turni, per cercare di arginare la difesa groviera, specie lontano dalle rive del Mar Nero, ha assoldato il portiere Baican, noto per la sua militanza  Lega Pro e Navarro dal Betis B. Ottimo l’innesto di Silviu Pana che nel Concordia rivestiva un ruolo un po’ troppo simile a quello di Purece.

Chi pensi che finirà in seconda divisione al termine della stagione

Salvo imprevedibili crolli Timisoara e Concordia dovrebbero fare quei 12 barra 14 punti necessari per mantenere la categoria. Questo soprattutto in virtù del loro buon rendimento interno con il Concordia che ha preso per 5 volte la posta intera e con il Timisoara e il suo bunker difensivo casalingo all’insegna della giocata No Goal. Sotto è tremarella per tutte e, a meno di imprese, solo il Corona sembrerebbe tagliato fuori. Non avevo inserito l’Otelul tra le delusioni perchè oramai ci si attendeva un torneo all’insegna della depressione con l’11 tipo del recente scudetto oramai completamente smantellato. A rincuorare i sopravissuti Giurgiu e Costin sono arrivati il portiere uruguagio Goycoechea, ex Roma e Danubio, il terzino francese Tritz e l’ex centrale della Primavera del Palermo Prestia giunto da Crotone. Questo per arginare la colobrodosa difesa, la penultima del campionato. Visto la campagna razionale e la cifra tecnica garantita dal duo brasiliano Marquinos-Henrique dovrebbero farcela. Analoghi problemi di perforabilità, specie fuori casa, per il Sageata. Oltre ai succitati arrivi è stato prelevato anche Barbulescu, uno dei migliori mediani della cadatteria. Il Brasov, maluccio in casa, è uno dei complessi che ha meglio operato in riparazione. A puntellare una difesa già affidabile è arrivato il difensore Marius Costantin, uno che, se sta bene, è nei primi 5 migliori centrali indigeni. Per garantire maggiori rifornimenti all’attacco sono giunti, sbarcato da Cipro, il qualitativo Stefan Grigorie (per la serie un grande futuro dietro le spalle) Enceanu, stellina delle Nazionali giovanili e Ciocalteu tra i migliori trequartisti della serie cadetta. Se Andrei Cristea torna ad essere Cristea si può essere ottimisti. Il Botosani deve temere due cose: il pessimo rendimento casalingo (una sola vittoria al Municipal) e il contraccolpo psicologico del essere scivolato in zona caldo dopo il fragoroso inizio. Dalla sua parte ha il rendimento esterno da Europa League e la singolarità tattica di schierare spesso contemporaneamente due punte centrali come il precitato Hadnagy e l’ariete Carjan. Rischiano molto il Vitorul e la sua scelta, eticamente encomiabile, di aver sposato la linea verde. In onore a questa politica sono arrivati due terzi della trequarti di campo dell’ Under 19. Alludiamo  al funambolo Mitrita, tra i primi 10 migliori driblatori in Europa sotto ai 20 anni, e Vina, noto per la militanza nelle speranze della Roma. Si spera così di invertire la tendenza quale peggior attacco assoluto dove ha brillato il solo Axente, tornato ai livelli di quando era uno dei migliori attaccanti in prospettiva. Restiamo certi della prossima esplosione dell’estroso Gavra. Non troppo prossima, sperano al Vitorul. Infine l’Universitatea. Data alla vigilia, come usuale, dai soliti mandolinari (cit.) per spacciata ha posto le basi per salvarsi tra le mure amiche con cinque vittorie oltremodo impronisticate. Abbastanza effervescente il mercato con il tedesco Maximilian Nicu, l’estroso ma alterno Boutadjne e il figliol prodigo Machado tenteranno di fare un po’ meglio (peggio sarebbe arduo) del disastroso rendimento esterno. Vinta la, già improbabile, battaglia sul campo ci sarà pure quella con il bilancio…

Chi credi abbia operato meglio sul mercato ? e quali sono stati i 5 migliori colpi del mercato invernale ?


Oscar per l’Astra con l’arrivo, tra gli altri, di Alibec, Iorga, della stellina dell’Under 21 Ionita II e di Papp che arriva a formare probabilmente la miglior batteria di centrali, tra titolari e rincalzi, di tutta la La Liga I. Roboante ma solo piazza d’onore per il mercato del Petrolul. Questo per essersi privato di Benga, Younes e di uno degli assist man della squadra: Boudjemaa. Bronzo per il Brasov di cui parlavamo prima. Colpi singoli: 
– Mutu. 
– Zicu. Il Bulgaro-Coreano (con trascorsi pure in Italia – Parma) torna nella prima divisione romena. In fondo ha solo 30 anni. Con i suoi piedi può dire ancora molto. 
– Nistor. Cavallo di ritorno dopo le dulusioni francesi (sua e pure del compagno di viaggio Chitu, per non parlare dello scalognatissimo Roman, rottosi subito) e gli verranno riaffidate le chiavi del centrocampo del Pandurii. 
– Keseru. Raggiunse tempo addietro la notorietà per una doppietta realizzata, ancora minorenne, nel Nantes. Col tempo è diventato uno dei bomber più temibili della Ligue 2 e ciò gli è valso la chiamata di Piturca in Nazionale. 
– Lovin. L’ex spilungone della Steaua è stato cooptato dall’ Otelul pronto a fornire la sua rara intelligenza tattica nonostante la non più verde anagrafe.


La tua Top 11 della prima parte di stagione ?

Per onorare il tema del sito indico un’alternativa autoctona qualora la prima opzione fosse straniera. (4-2-3-1) Coman/Astra – Varela/Steaua (Dumitras/Ceahlaul) Geraldo/Petrolul (Leca/Concordia) Marc/Ceahlaul, Morais/Astra (Tosca/Vitorul) – Bourceanu/Steaua, Trandu/Timisoara – Antal/Vaslui, Budescu/Astra, Rotariu/Dinamo – Eric/Pandurii (Bus/Corona). Ho schierato Eric prima punta, che prima punta non è, poichè era impossibile e ingeneroso elminare uno qualsiasi dei quattro lì davanti. Inoltre quando l’ho visto giostrare in questo ruolo (più spesso nel Medias, ad esempio) mi ha sempre convinto.

Esclusiva CDE con l’agente FIFA macedone Nikola Gjoshevski

Ecco le dichiarazioni rilasciate dall’agente FIFA macedone Nikola Gjoshevski, al nostro portale web, grazie al nostro collaboratore Filip Zdráveski. Gjoshevski rappresenta ben 16 giocatori nella sua agenzia, di cui 4 sotto i 18 anni, mentre gli altri calciatori sono più esperti. Nikola ha parlato apertamente di diversi argomenti diversi, tra cui il suo obiettivo di trasferire i suoi assistiti principalmente all’estero, di come migliorare le condizioni dello sport e del lavoro degli agenti FIFA sul territorio macedone.

Ma ecco le risposte dell’agente FIFA alle domande di macedonianfootball.com e calciodellest.com.

Nikola, in passato sei stato un calciatore, perché hai deciso di diventare agente e non allenatore come fanno molti?

La mia decisione di diventare agente e di creare una mia agenzia mi era venuta in mente 2-3 anni prima di finire la mia carriera. Ho sempre rispettato gli allenatori, ma non riuscivo ad immaginarmi in quel ruolo. In realtà l’idea di un’agenzia di calciatori è venuta dal voler sfruttare al meglio la mia laurea in Economia e Management, ma anche perché avevo molti contatti ed esperienza che ho acquisito durante la mia carriera da calciatore. Ero anche sicuro che ci fosse bisogno di un’agenzia nel mercato calcistico macedone. Da questo punto di vista sono soddisfatto con la mia decisione di continuare con il mio lavoro di agente.

Qual è la tua priorità quando un calciatore si trasferisce all’estero? È la miglior offerta dal punto di vista economico o quella che offre una visione a lungo termine con la possibilità di arrivare in un campionato più prestigioso?

Per quanto riguarda i calciatori giovani, la mia priorità sono i campionati prestigiosi. La maggior parte dei giocatori che rappresento sono molto giovani, quindi sarei felicissimo se qualcuno di loro riuscisse un giorno a giocare in uno dei 5 campionati migliori al mondo. So che questo è molto difficile per molte ragioni, però il mio compito è quello di trovare la via più facile per loro ed aiutarli a trovare la squadra giusta per ognuno di loro.

Che tipo di garanzie hanno i calciatori nel campionato macedone per quanto riguarda la ricezione dei salari in tempo? Esiste un sindacato per proteggerli?

Per lungo tempo i giocatori in Macedonia non hanno avuto nessun tipo di protezione. Le cose stanno cambiando in meglio e so che da alcuni mesi c’è un sindacato per i giocatori in Macedonia che mira a proteggere i loro diritti. Spero che il sindacato avrà sucesso. Dobbiamo segiure le regole come sono in tutto il mondo calcistico e questo avrà un buon effetto sul livello di sviluppo dello sport in Macedonia. Le regole devono essere messe in pratica e per questo mi aspetto un aiuto dalla Federcalcio Macedone.

Se potessi suggerire qualcosa per migliorare il calcio macedone, cosa sarebbe?

Molto spesso parliamo di cosa è necessario per migliorare il nostro calcio e ci sono molte cose che dobbiamo fare, ma io dirò le tre priorità: 1) più soldi e abilità nel spenderli da parte dei club, 2) centri sportivi di maggiore qualità e 3) allenatori preparati nelle giovanili di ogni squadra per creare più calciatori di livello. Da questo si può vedere che tutto è collegato con le disponibilità finanziarie dei club. Quindi, i soldi sono il problema numero uno che dev’essere risolto. Da questo punto di vista punterei su una nuova legge sullo sport macedone. Questo significa che i proprietari nel calcio (i proprietari) si sarebbero più invogliati ad investire

Puoi raccontarci un po’ di più su come contatti i club e proponi loroi tuoi clienti? Per esempio, come si è svolto il trasferimento di uno dei tuoi clienti, Darko Tasevski, in Thailandia?

Ci sono molte modi in cui entrare in contatto con un club. A volte le squadre contattano gli agenti quando sono interessati in qualche giocatore, ma anche gli agenti offrono i loro clienti alle squadre. Per quanto riguarda il trasferimento di Darko Tasevski in Thailandia, le trattative tra le squadre (quella in Israele e quella in Thailandia) sono durate più di 3 mesi. Ho offerto il calciatore al Bangkok Glass FC e hanno mostrato da subito grande interesse per lui. Hanno anche viaggiato per 10 ore per vedere Darko dal vivo in Israele prima di prendere la decisione di comprarlo. Quando si sono convinti delle qualità di Darko, abbiamo concluso le trattative tra le due squadre e sono molto felice che tutto è andato per il meglio e che Darko rappresenterà la Macedonia nel campionato Thailandese. Il calcio thailandese sta crescendo molto negli ultimi anni e spero che Darko riuscirà ad esprimersi al meglio in Thailandia aiutando il Bangkok Glass FC a raggiungere i loro obiettivi nel campionato thailandese.

Intervistatore: Aleksandar Zlateski
Traduttore: Filip Zdraveski

I Nostri Speciali: Il Derby di Tirana, la parte rossa

Sono tornato a Tirana (Tirona per alcuni) per poter assistere da vicino al derby, il primo dopo quattro anni di astinenza da stadio. Sono partito con gioia ed entusiasmo, ma anche con critiche da parte dei miei amici e dei miei cugini: a loro avviso infatti, con i soldi del biglietto Milano – Tirana avrei potuto comprare una giacca “Moncler”, oppure aggiungendone altri avrei potuto fare una di quelle vacanze che difficilmente si dimenticano.

Appena atterrato a Tirana avevo la stessa gioia di un bambino all’inizio delle vacanze estive. Con giornali e libri tra le mani ripassavo le statistiche dei derby passati. E’ l’unica maniera con cui posso zittire ogni volta i miei amici tifosi bianco-blu, anche se qualcuno ironicamente dopo la partita mi ha chiesto di aggiornarle. Ho letto ogni singola pagina Twitter e Facebook per informarmi su cosa i tifosi avessero organizzato dentro e fuori lo stadio. 
Non ho perso tempo, ho preso una bicicletta vecchia e mi sono immediatamente recato al centro di Tirana per comprare i biglietti. Uno scambio di battute non molto affettuose con l’uomo della biglietteria – il quale con arroganza mi ha invitato a non appoggiare la bicicletta sul chiosco della biglietteria perchè poi “lo avrebbe riverniciato con i suoi soldi”, non sapendo che mio padre fa quel mestiere e che avrebbe potuto riverniciare anche lui oltre tutto il chiosco – non mi poteva rovinare la giornata, perché il pomeriggio sarei andato allo stadio per vedere il derby, il mio derby.
Pranzo bene in modo da poter aver energia per tutto il resto della giornata, e così con la maglia rossa sotto il giubbino esco per le vie di Tirana. Vado in direzione della strada “Asllan Rusi”, dove mi unisco alla marcia dei tifosi del Partizani. Mia mamma quando lo scoprirà mi dirà: “Mamma mia, ma tu non cambi proprio mai”. 
Urlavo, mi sgolavo, facevo foto e mi esaltavo con i miei fratelli di tifoseria. In poche parole mi divertivo. Ho rincontrato conoscenti e amici a cui sono legato per l’amore che insieme nutriamo verso il Partizani. Tutti insieme abbiamo bloccato gli autobus che passavano per le strade e occupato (pacificamente) la città: questo è l’obiettivo principale e più divertente che hanno entrambe le tifoserie. Allo stadio però tutta l’euforia accumulata si è trasformata in un insieme di noia e rabbia. Prima di amare il Partizani amo il calcio, e i giocatori della mia squadra da questo punto di vista hanno lasciato molto a desiderare. Quelli che avevano confidenza con il pallone purtroppo vestivano a strisce bianco-blu.
Finita la partita ho spento il telefono e ho preso la strada verso casa in cui ero sicuro di non incontrare visi conosciuti, come si dice a Tirana: “Non volevo vedere nessuno con gli occhi”. Mi sono messo a letto presto e non ho pensato al derby (anche se sono sicuro che non mi crederete) e tra me e me mi promettevo che non avrei aperto il mio profilo Facebook per alcune ore e che non avrei comprato alcun giornale la mattina seguente. Così ho fatto. Poi verso l’ora di pranzo del giorno seguente ho aperto il computer e ho letto che l’allenatore del Partizani (Hasan Lika) aveva dato le dimissioni e che i tifosi non si riuscivano a spiegare la prestazione della sera precedente. Qualsiasi sia l’epilogo della partita infatti, il post-derby rimane sempre lo stesso: i tifosi perdenti vogliono la “testa” dell’allenatore e nelle loro menti iniziano a pensare ad intrighi e complotti degni delle migliori telenovele messicane.
Arrivederci al prossimo derby…
ANDI KASMI

Un sogno chiamato Anzhi Makhachkala ….

Per il coraggioso popolo daghestano, l’Anzhi, che in lingua locale significa “Perla” è sembra stato l’orgoglio di una regione devastata da anni ed anni di guerra, martoriata dai bombardamenti dell’aviazione russa che causarono molte vittime tra i civili ed almeno 10 mila profughi, una guerra infinita che continua ad mietere vittime e dolore e, dove la disoccupazione riguarda l’80 per cento della popolazione.
Fondata nel 1991 dal sultano Magomed-Sultan Magomedov proprietario della Dagnefteprodukt ed ex-giocatore della Dynamo Makhachkala (la prima società cittadina), al debutto la “Perla del Caucaso” iniziò subito a far innamorare tutta la regione vincendo subito il campionato del Daghestan, l’anno successivo i dirigenti accogliendo la richiesta dei propri sostenitori decisero di iscrivere la società per farla competere a livello nazionale dove inizierà una cavalcata trionfale che porterà l’Anzhi nel 1996 alla conquista della Pervij divizion (Serie B italiana) sotto la guida di  Eduard Malafeev e, con una squadra composta prevalentemente da giocatori del posto.
Ad ogni gara il Dynamo Stadion di Makhachkala era una spettacolo, con tifosi fantastici, corretti ed ospitali che per 90′ minuti mettevano da parte i problemi quotidiani per sostenere con entusiasmo i propri eroi con cui si identificavano e, fin da subito l’Anzhi  diventò più di un club ma uno stile di vita e, la dimostrazione che lo sport e la passione possono superare gli ostacoli duri e drammatici che la vita ti mette davanti. La favola non finisce qui, infatti due anni inizia il ciclo storico  sotto la guida di Gadzhi Gadzhiev  che prima riesce nell’impresa di portare i “Daghi” per la prima volta nella loro storia Premier Liga e, l’anno successivo da neo-promossa la squadra di Makhachkala stupisce tutti e si classifica clamorosamente al quarto posto qualificandosi alla Coppa Uefa dove verrà subito eliminato dagli scozzesi dei Glasgow Rangers per 1-0 in una partita giocata a gara unica per l’assurda ed ingiusta decisione UEFA di far giocare la partita in campo neutro a Varsavia. Sempre nello stesso anno arriva la prima storica finale di Kubok persa solamente ai rigori contro la Lokomotiv Moskva. La stagione 2002 sembra finire il sogno, la squadra retrocede in Pervij Divizion dove tuttavia riuscirà a mantenere la categoria fino al 2010 anno in cui sotto la guida di Omari Tetradze torna per la nuovamente nella massima serie russa.
L’anno dopo la seconda promozione torna in panchina Gadzhiev, ma nel gennaio del 2011 la società viena rilevata da Suleiman Kerimov daghestano nel sangue (nato a Derbent) pure lui e, proprietario della Nafta Moskva, principale azionista della Sberbank, la più grande banca russa. A differenza di molti altri suoi imprenditori miliardari decide di investire nella squadra della propria regione e, cercando di far crescere il calcio in Daghestan aprendo un grande scuola di calcio per bambini e finanziando ospedali ed associazioni benefiche ( sulle maglie del club non è presente alcuno sponsor, soltanto la scritta di una associazione benefica e  circa 20 milioni di dollari all’anno sono offerti in beneficenza dalla sua Fondazione). Inoltre Kerimov, da buon devoto musulmano, finanzia progetti per la costruzione di moschee in Russia, finanzia viaggi per migliaia di fedeli che vogliono andare in pellegrinaggio alla Mecca in occasione dell’Haji. Al suo arrivo in Daghestan, nessuno voleva andare in quelle terra dilaniata da attacchi suicidi di kamikaze ed autobombe ed invece il primo a dire di sì fu Roberto Carlos, innamoratosi subito della causa dopo un colloquio con Suleiman. Dopo il suo arrivo che ha fatto da apri-porta ecco arrivare tutti gli altri fino all’impresa di portare Samuel Eto’o, l’attaccante più forte del mondo a Makhachkala che con 20,5 milioni per tre anni, diventerà il giocatore più pagato della storia. Dopo altri grandi colpi sul mercato (Boussoufa, Jucilei, Zhirkov, Samba) nel febbraio del 2012 sulla panchina dei Dagestantsy arriva Guus Hiddink e, durante la sessione estiva del calciomercato la squadra viene ulteriormente rinforzata con gli acquisti di Lacina Traorè e del centrocampista francese Lassana Diarra. Dopo il quinto posto nel campionato 2011-12, la stagione 2012-13 si rivelerà buona, infatti dopo l’arrivo del centrocampista Willian , acquistato dallo Shakhtar per  35 milioni di euro (il terzo più costoso di sempre per una squadra russa), la squadra di Hiddink si classificherà terza mentre in Europa League nonostante l’assurda decisione dell’UEFA di far giocare le gare europee dell’Anzhi al Saturn Stadion di  Ramenskoye, nei pressi di Mosca, i Daghi si spingono fino agli Ottavi di finale, mentre in Kubok vengono sconfittii in finale, cedendo solamente ai rigori ai Campioni di Russia del CSKA Mosca. Proprio quando il progetto stava iniziando a funzionare, dopo gli arrivi di Kokorin e Denisov ecco arrivare l’improvvisa e drastica decisione di Kerimov di ridurre a 50 milioni complessivi il patrimonio, il motivo?Sono tante le voci, ad iniziare dal  peggioramento delle condizioni di salute di Kerimov  che avrebbe deciso così di ridurre il proprio impegno, mentre secondo altre voci il motivo è il crollo drastico di alcune azioni di Kerimov….
Il presente è noto a tutti, con la squadra ultima in classifica e senza vittorie in campionato (diverso il cammino in europa league, dove invece i  Daghi sono riusciti a qualificarsi ai sedicesimi di finale) che sta cercando di rinforzarsi sul mercato (sono già arrivati  Aliev, Bystrov Bukharov alla corte di Gadzhiev) per cercare di evitare la retrocessione e mantenere vivo il sogno,che si chiama…Anzhi Makhachkala….

Macedonia: riepilogo di metà stagione


 Il campionato macedone sta vivendo la pausa invernale. La prima parte della stagione è finita all’inizio di dicembre mentre la seconda parte comincerà in marzo.  La battaglia per lo scudetto sembra molto interessante 5 squadre sono distanti soltanto 4 punti.

Turnovo, Vardar e Pelister sono in cima, tutti con 34 punti, segue il Rabotnichki con 31, mentre il Metalurg ne ha 30. Uno tra questi dovrà essere campione alla fine stagione. Ma tutto dipende anche del mercato invernale, vedremo se tutte le squadre potranno rimanere nella lotta.
Dejan Blazhevski, il capocannoniere a metà stagione con 19 gol, anche proclamato come giocatore dell’anno dalla Federazione, non fa più parte del Turnovo. Continuerà la sua carriera in Azerbeigian con la squadra Xəzər che ha fatto una buon offerta. Lui era il motore della squadra, che proviene da un piccolo villagio al sudest del paese con soli 950 abitanti (ma loro stadio ha 1.500 posti a sedere). Vedendo che gli altri club sono molto attivi nel mercato, sarà difficile per il Turnovo rimanere nella parte alta della classifica se non cominciano a spendere i soldi ricevuti per Blazhevski. Hanno portato Dejan Cvetanoski dal Napredok, ma lui non ha mai mostrato le capacità di Blazhevski.
In questo momento il favorito numero uno per lo scudetto sembra il Vardar. La settimana scorsa il club è stato comprato dal milardario russo Sergei Samsonenko che prima aveva comprato anche le squadre di pallamano maschile e feminile del Vardar che oggi sono tra i più forti in Europa. I primi acquisti di Vardar sono gli ex giocatori della nazionale macedone, gli attaccanti Filip Ivanovski ed Ilcho Naumoski che per il campionato macedone sono ottimi rinforzi. Vardar voleva comprare anche Blazhevski, ma il Turnovo non voleva cederlo ad una squadra rivale. Due giocatori importanti sono andati via, l’infortunato bosniaco Edin Ademović ed lo spagnolo Jorge Giménez Artuñedo.
Pelister ha giocato molto bene nella prima parte della stagione e adesso l’appetito dei tifosi è cresciuto. Ma la realtà non è cosi verde. Hanno ceduto il brasiliano Stênio Júnior a Shkendija, Tome Kitanovski è andato in Romania, anche Marjan Altiparmakovski ha lasciato il club andando in Grecia. Il mercato non è finito, ma se Pelister continuerà cosi, alla fine potrà rimanere anche senza un posto nei qualificazioni per l’Europa League.
Come il Turnovo, anche il Rabotnichki ha ceduto il suo bomber. Krste Velkoski aveva segnato 14 gol ma adesso segnerà nei colori dell’ FK Sarajevo, la squadra bosniaca che ha lo stesso proprietario con il Cardiff, il malesiano Vincent Tan. Al contrario del Turnovo, Rabotnichki ha già portato nuovi acquisti. L’attacante Bazhe Iljoski torna nei rossobianchi dopo l’avventura in Giappone, torna anche il tedesco Stephan Vujčić che dopo la buonissima presentazione con Rabotnichki nell’Europa League nel 2011 era andato a giocare in Croazia.
Il Metalurg dorme ancora. Non c’è niente di nuovo nella squadra di Srgjan Zaharievski. Non hanno comprato nessuno e nessuno si è traslocato fino ad ora. Probabilmente nella squadra di Skopje sono soddisfatti della prima parte, non vogliono cambiare nulla perché credono nei giocatori presenti. Ma c’è ancora tempo, vedremo.
Il più interessante è lo Shkendija. Il nuovo sponsor arrivato in agosto non aveva dato tempo di spendere soldi nell’estate, ma adesso ha cominciato con il grande progetto. Nove nuovi giocatori sono arrivati a Tetovo tra cui i piu noti sono Stênio Júnior, uno dei più bravi del campionato che arriva dal Pelister; Yordan Miliev – il difensore centrale bulgaro dal Levski; Bojan Vručina – l’attacante croato che viene dal campionato ungherese; Astrit Fazliu – un’altro attaccante ed uno dei più bravi giocatori nel campionato del Kosovo; lo svizzero Denis Simijonović – centrocampista che viene in prestito dal Winterthur; Muhamed Useini – mediano che torna in rossonero dopo ha giocato la prima parte con il Rabotnichki; Demir Imeri – uno dei talenti del campionato macedone, 18enne giocatore offensivo, parte dei nazionali giovanili, anche lui viene dal Rabotnichki. Shkendija fa una nuova squadra.
Gli altri club non hanno fatto cambiamenti importanti. Il Gostivar ha dichiarato che nella seconda parte giocherà con più giocatori giovani il che significa la loro resa per il campionato in corso. Le loro chance per la salvezza sono minime, 4 saranno retrocessi e loro sono ultimi. Simile situazione capita a Napredok.
Filip Zdraveski

Focus su Ciprian Tatarusanu, il portiere bloccato dalla Fiorentina

Calciodellest.com grazie all’esperta conoscenza del calcio romena del nostro opinionista – Omar Omarescu – vi presenta il futuro portiere della Fiorentina. Il calciatore – come riportato da Gianluca Di Marzio – ha scelto l’Italia rifiutando una grossa offerta del Monaco di Claudio Ranieri, e preferito Firenze a Milano visto che era stato richiesto anche dall’Inter per la prossima stagione. 

Pochi paesi hanno la loro storia calcistica – recente e non – così strettamente correlata alla figura del portiere quanto la Romania. Dopo 120 minuti dipese dalle mani di Duckadam il destino della coppa con le orecchie nel lontano 1986 e sappiamo come andò a finire. Le mani di Prunea che non arrivarono più in alto della testa di Kenneth Andersson valsero l’accesso ad una semifinale mondiale. Ma pochi ricordano un paio di suoi straordinari voli contro l’Argentina che permisero, però, di giocarlo quel quarto di finale.

I guantoni con il logo blu-giallo-rosso sono oggi – talvolta – affidati a Tatarusanu Ciprian classe di leva ’86, uno e novantacinque per quasi novanta chili. Bucarestìno ( come Moraru, quanto a riflessi, forse il più forte portiere romeno del dopoguerra ) questo ragazzone si segnala cinque anni fa a Bistrita, epoca nel quale contendeva il posto nell’ Under 21 a Pantilimon. Le buone evoluzioni gli guadagnano il passaggio alla Steaua. Con gli Stellari è inizialmente riserva di Zapata. Poi ne diviene l’alternativa. L’anno dopo è il titolare segnalandosi per il rendimento regolare, qualche errore ogni tanto. Nel frattempo è arrivato in Nazionale A. Un anno e mezzo orsono ( come scritto in un’altra occasione ) arriva per lui un periodo analogo a quello di Van der Sar alla Juve. Inallena una serie di ciofeche consecutive che fanno disperare i tifosi della Stella e gli procurano il sarcasmo dei tifosi avversi e della stampa locale ( eccessiva, al solito ). In campo gli avversari, consapevoli del suo momento delicato, iniziano a tirare in porta dalla tre-quarti. Ciprian non si scompone, si allena sodo e godendo della fiducia del suo c.t. che lo punzecchia alternandogli Stanca, pian piano esce dal tunnel rivelandosi importante per lo scudetto e la cavalcata europea. Nonostante la mole è un portiere molto dotato nel riflesso, specialmente nelle palle basse ( cruccio del suo rivale Pantilimon ) coraggioso ( a volte troppo ) nelle uscite. Al pari di Silviu Lung senior gli capita ogni tanto di venir uccellato da lontano; nello specifico le topiche da lui commesse sono raramente di carattere tecnico: spesso sono chiaramente concentrative. Tipo voler controllare il pallone con i piedi o voler bloccare in due tempi (esempi capitatigli pure in nazionale). In conclusione si tratta di un ottimo estremo difensore: il migliore della sua generazione dopo “Panti“.